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L'Opera

 

Donigala Fenughedu
Serramanna
Putzu Idu
Villasimius
Arbatax

 

Col suo grande carisma e fra innumerevoli difficoltà, anche finanziarie, nel 1925 Evaristo Madeddu con tre giovani seguaci: Luigi Musio, Peppino Picciau e Lulluccio Degioannis, diede inizio alla costruzione a Mandas (piccolo paese della provincia di Cagliari) della Casa Madre della "Compagnia Evaristiani del Sacro Cuore", così chiamata perché posta sotto la protezione di S. Evaristo papa.

Mandas 1925.

Ben presto al nucleo originario si unirono: Anselmo Spiga, Ugo e Davide Prunas, Filiberto Melis e Antonio Atzeni, Felice Sollai, Antonio Carta e altri.

Contemporaneamente venne a formarsi nella stessa casa il primo nucleo femminile grazie a Beniamina Piredda (moglie di Evaristo), insieme a Teresa Vidili e Maria Marchi.

Successivamente se pur fra mille difficoltà la Compagnia ebbe un grosso slancio che gli permise di fondare già dopo pochi anni (1930) le sede di Cagliari presso la sede della Confraternita di S. Giovanni e le sedi di Siurgus Donigala (1931) e  Guamaggiore (1932).

Nei primi tempi i confratelli si dedicarono alla coltivazione di un piccolo podere, ed alla collaborazione con i muratori addetti alla costruzione della "Casa Madre", mentre le consorelle provvedevano al disbrigo delle faccende domestiche.

Più avanti oltre l’attività agricola e altri lavori manuali, per raggiungere l’autosufficienza; i confratelli effettuarono prestazioni lavorative in favore di terzi, sia come fonte integrativa per il sostentamento della comunità e sia come strumento di testimonianza cristiana. Presto seguirono le attività educativo-assistenziali con uno studentato dove si svolgevano corsi preparatori per l’esame d’ammissione alle scuole secondarie.

Questa dimensione di vita comunitaria face nascere nel paese maldicenze e sospetti. Per evitare questo mal parlare Evaristo provvide a separare le donne dagli uomini, pur continuando la collaborazione.

Ma a determinare le maggiori angustie era la costante avversione del parroco di Mandas, come racconta appunto Evaristo nella sua autobiografia consegnata a S. E. Mons. Del Rio, arcivescovo di Oristano nel 1934.

 Sicuramente nella realtà sociale di quel paese della Trexenta e nella dimensione storica del tempo la nuova esperienza religiosa di una comunità che, nella ricerca della cooperazione, non separava l’attività dei confratelli da quella delle consorelle, sostituiva il lavoro salariato alla questua e nell’evangelizzazione affiancava alla parola la testimonianza del lavoro, appariva sconvolgente e finiva per acquistare i contorni dell’eresia. Nel primato del lavoro, che racchiude in sé il momento della preghiera, innovarono di fatto il motto Benedettino "Ora et Labora" vivendolo come "Labora et Ora".

Ma proprio per queste diversità la “Compagnia” si rese accetta alla gente, a cominciare dai più umili che colsero con immediatezza il valore del nuovo messaggio.

Nel 1932 il podestà di Mandas ordinò la chiusura della scuola che gli Evaristiani avevano istituito nella loro Casa madre.

Nello stesso anno la curia cagliaritana si rifiutava di dare alla "Compagnia" una precisa regolamentazione e l'autorizzazione formale all'uso dell'abito talare.

Nel 1934 la Compagnia ricevette in dono un podere a Donigala Fenughedu dai coniugi Manunta-Denti e siccome il vescovo di Oristano si mostrava molto più comprensivo nei loro confronti, Evaristo con i confratelli decisero di trasferire li dove si trova tutt'oggi la loro Casa Madre.

Donigala Fenughedu 1936.

Infatti nel gennaio del 1936 la Sacra Congregazione dei Riti concedeva la permanenza del Santissimo Sacramento nella Chiesa della Casa Madre.

L'Opera evaristiana sotto l'episcopato di monsignor Del Rio (arcivescovo di Oristano dal '34 al '38) fu molto attiva. Vennero fondati asili infantili e Baratili S. Pietro, Bauladu e Serramanna. Aumentò il numero dei confratelli e delle consorelle. Un'altra accolta di Evaristiani si stabili ad Ozieri chiamati dal locale vescovo. E si fondò, nella diocesi di Ales, una casa agricola a qualche chilometro dall'abitato di S. Gavino Monreale. 

L'ingresso dal giardino della casa di Serramanna.

Nel 1938, ci fu la fondazione della casa agricola di Serramanna, il più rilevante impegno costruttivo affrontato in quegli anni. Un'opera giudicata dagli abitanti del paese come pazzesca. Qui Padre Evaristo Madeddu e i confratelli, prosciugarono e bonificarono una vasta area paludosa di circa 60 ettari avuta in donazione da un ricco proprietario terriero di nome Marcello Salvatore  rendendola coltivabile.

Nel dopoguerra nacquero l'orfanotrofio di Villasimius e la colonia marina di Putzu Idu nel comune di S. Vero Milis. Qust'ultima venne poi ampliata con la costruzione di un nuovo caseggiato e usata anch'essa come orfanotrofio. Qui Padre Evaristo lavorò alle rifiniture personalmente (come era solito fare in ogni altra casa) fino a pochi giorni dalla morte avvenuta il 6 aprile 1966.

Villasimius. Primi anni 70.
 
 
Putzu Idu 1965. P. Evaristo e i Confratelli durante la costruzione della Casa.

La "Compagnia" aveva ormai salde radici, ma le difficoltà non erano cessate: gli Evaristiani continuavano ad apparire qualcosa di anomalo nelle strutture ufficiali della Chiesa mancava infatti ancora il riconoscimento ufficiale. Sarà lo spirito innovatore infuso da Papa Giovanni a recuperare la "santa follia" che aveva indotto Evaristo ed i compagni ad agire. Cosi finalmente il 3 aprile del 1965 la Compagnia Evaristiani poteva finalmente ottenere il riconoscimento canonico con atto dell'ordinario diocesano di Oristano S. E. Mons. Sebastiano Fraghì. Un anno dopo,  esattamente il 23 aprile 1966, 17 giorni dopo la morte di Padre Evaristo, lo Stato Italiano avrebbe decretato il riconoscimento della personalità giuridica alla "Compagnia".

Con la morte di Padre Evaristo e il quasi contemporaneo riconoscimento ufficiale della compagnia, a norma dello statuto  e del diritto ecclesiastico il 24 giugno 1966 venne eletto il primo direttore e primo consiglio d'amministrazione.

Il compito di nuovo rappresentante legale spettò al giovane Ambrogio Piludu (Monserrato 21 luglio 1936, Cagliari 10 luglio 1989), il quale rimase in carica fino al 24 giugno 1986. Mentre i primi consiglieri in carica furono: Davide Pruna, Quirino Spiga e Giacinto Murru.

Ad Ambrogio Piludu è succeduto Serafino Piludu (Siurgus Donigala 4 settembre 1917, Donigala Fenughedu 3 maggio 2004) il quale ha guidato la comunità fino ai nostri giorni, in un tempo travagliato.

L'attuale Direttore Generale, Rappresentante Legale della Compagnia è Renato Adisani.

Consiglieri sono invece: Palmiro Aroni, Pietro Carta e Vincenzo Marasoli.

Nel 1997 in linea con l'ideale di assistenza e carità nasce a Donigala Fenughedu, presso la casa madre, la "Casa Protetta" che attualmente accoglie 25 ospiti.

 

Copyright © 2001 Compagnia Evaristiani del Sacro Cuore
Aggiornato il: 22 giugno 2005